Grinch a Capodanno, Grinch tutto l'anno
di Jacopo Boschini | Babbo Natale vs Grinch - MacGuffin n. 35
Babbo Natale lo conosciamo tutti.
Ma, per essere certi di muoverci sullo stesso terreno, ecco un breve bigino sulla genesi del personaggio.
Le radici antiche del mito di Babbo Natale si trovano in san Nicola, vescovo di Myra, nato a Patara di Licia il 15 marzo 270 e morto a Myra il 6 dicembre 343.
San Nicola ricorre spesso nell’iconografia cristiana. Spesso lo troviamo raffigurato con il Vangelo in mano e, posate sul Vangelo, tre palle d’oro. L’immagine fa riferimento a uno delle sue (tante) azioni di bontà. Nicola, toccato dalla vicenda di tre ragazze costrette a prostituirsi per saldare i debiti del padre, dona loro i soldi necessari per tirarsi fuori dall’incresciosa situazione e smettere così di praticare il mestiere più antico del mondo.
Anche Giotto ci ha donato la sua interpretazione di san Nicola: nella Basilica Inferiore di san Francesco ad Assisi, lo ritrae mentre appare in sogno all’imperatore Costantino, dicendogli di liberare tre soldati condannati all’impiccagione perché sospettati, ingiustamente, di essere ladri.
Insomma. Se si pensa a un uomo buono, che porta doni inaspettati, che appare quando ce n'è più bisogno e salva vite, ecco, non si può non pensare a san Nicola. Ed è proprio per queste sue caratteristiche di bontà e di generosità che pian piano san Nicola è entrato nell’immaginario collettivo, ha attraversato il tempo e lo spazio, trasformandosi a seconda dei tempi, dei luoghi e delle tradizioni. Per assumere, infine, le vesti moderne di Babbo Natale (se vi interessa conoscere meglio il legame tra san Nicola e Babbo Natale, questo è uno degli articoli migliori che ho trovato).
In questa scorribanda nel Tempo, fermiamoci per un momento nel 1931. La Coca Cola ha un problema: il gruppo del Dipartimento di Chimica degli Stati Uniti va dicendo in giro che la Coca Cola fa male, anzi malissimo, ai marmocchi. La faccenda arriva a processo, la Coca Cola vince ma le viene proibito di fare pubblicità in cui bibita e marmocchi risultino accostati.
Ogni problema, se preso nel modo giusto, può trasformarsi da ostacolo a trampolino. E qui entra in gioco il disegnatore Haddon Sundblom che riceve l’incarico dalla Coca Cola di creare delle immagini pubblicitarie in cui fossero presenti sia i marmocchi che la Coca Cola, tenuti però a debita distanza.
Sundblom ha un colpo di genio. Disegna un Babbo Natale che in qualche modo ha sempre tra le mani la Coca Cola. I marmocchi, invece, sono sempre disinteressati alla bevanda. Ma Babbo no. Babbo sgobba come un matto per tutta la notte. E ha un fisiologico bisogno di dissetarsi. Che cosa c’è di meglio di una Coca?
Come si diceva poco fa siamo nel 1931. Negli States post grande depressione c’è bisogno di immaginazione, di benessere, di divertimento, di ricchezza. E gli States, nel soddisfare questi bisogni, sono imbattibili.
Il successo è planetario e Babbo Natale diventa il Babbo Natale che oggi tutti conosciamo.
Lasciamo Babbo un attimo per i fatti suoi e saltiamo all’altro protagonista della nostra storia, il Grinch.
Il Grinch nasce in tempi più recenti (1957) dalla matita dell’illustratore Dr. Seuss. È un mostro (il Grinch, non il Dr. Seuss) dalle fattezze vagamente umane che vive vicino alla città dei Chi-Non-So. Il Grinch odia il Natale (forse anche a causa di un piccolo problema fisico, visto che, a quanto si racconta, ha il cuore di due taglie più piccole) con tutti i suoi orpelli. E, soprattutto, odia la felicità degli abitanti di Chi-Non-So nel vivere il Natale. Mosso dall'odio, immagina e mette in atto un piano malefico: si traveste da Babbo Natale ed entra di nascosto nelle case di Chi-Non-So per rubare regali, alberi, addobbi, cibo. Convinto di aver rovinato il Natale, rimane di stucco quando vede i Chi, la mattina di Natale, cantare felici nella piazza di Chi-Non-So. I Chi, infatti, hanno le idee chiare: il Natale non è nei doni, nelle luci e negli addobbi, ma è nei cuori delle persone. A questo punto nemmeno lui, che è il Grinch, riesce a rimanere indifferente a quel legame così profondo che unisce i Chi. Il cuore gli cresce, letteralmente, di tre taglie e il Grinch diventa un fervido sostenitore del Natale e un membro attivo e ben voluto di Chi-Non-So.
C’è un certo legame tra Babbo e il Grinch. Babbo, nei secoli si perde. Il suo altruismo nel donare a un certo punto viene trasformato in un’incitazione all’acquisto. E non solo da parte della Coca Cola. Babbo diventa il simbolo del Natale ricco, del Natale in cui spendere, delle buste con i soldi, delle gift card, dei regali inutili a persone a cui non si è particolarmente legati, ma un pensierino lo si deve pur fare, no?
Il Grinch, invece, questa abbondanza la rifiuta. Il Grinch non aggiunge, sottrae. Certo lo fa per frustrazione, per rabbia, per tristezza, per solitudine. Lo fa per creare un danno. Ma sottraendo, inaspettatamente, mette in luce l’essenza del Natale. E ne viene travolto.
In conclusione facciamo un giochino mentale, per trovare una piccola scusa per cambiare, visto che questo è l’ultimo articolo del 2022 e il 2023 è ormai sulla soglia di casa.
Scegliamo un qualsiasi aspetto della nostra vita. Davvero, uno qualsiasi. Un’abitudine. Una casa. Un lavoro. Un’amicizia. Un amore. E immaginiamo di togliergli tutti gli orpelli, gli abbellimenti, le lucine, i fiocchi.
L’essenza è ancora lì? È viva? È potente?
Se sì, ok, va tutto bene.
Ma se l’essenza non c’è più, se si è persa, forse è giunto il momento di cambiare. Di lasciar andare. Senza aspettare domani. E farlo, semplicemente, adesso.
Buon 2023 a tutte e a tutti.