Voce dal sottosuolo
di Filippo Antonio Prina | Capodanno estivo - MacGuffin n. 32
Oswald Laurence fu un attore. Nacque ad Amburgo in Germania nel millenovecentoventinove e morì nella contea dello ad Hampstead, Londra nel duemilasette. Diplomatosi alla Royal Academy of Dramatic Arts (RADA) ha recitato in numerosi film soprattutto negli anni sessanta, ma la fama l'ottenne per altri motivi.
Sicuramente possiamo dire di lui che fu un uomo molto amato da sua moglie, ma non solo. Non nel senso che ebbe una vita extraconiugale frenetica, ma possiamo affermare che la sua voce ha fatto impazzire migliaia di donne e di uomini nel corso di più di quarant'anni. Ha fatto anche arrabbiare un gran numero di esseri umani e immagino che possa iscriversi tra le persone più insultate nella storia. Immagino che vi starete chiedendo il perchè. Eccolo svelato: il sig. Oswald è stato colui che ha dato la voce alla celeberrima frase “Mind the Gap” della metropolitana londinese.
La sua voce è stata nelle orecchie e nei cuori di generazioni di inglesi, diventando iconica, citata e scherzata come forse mai nessun'altra voce prima.
Ma la storia che vi sto raccontando ha soprattutto una nota romantica, amorevole, e vuole toccare nel profondo i cuori dei più sensibili lettori.
Come spesso succede ai più, anche il sig. Oswald lasciò le mortali spoglie, a un certo punto della sua vita, ma, fortuna sua, la sua voce continuò a rimbombare tra le gallerie della capitale inglese per un'altra decina di anni.
Purtroppo però a questo punto la storia prende una piega malinconica, triste e lacrimevole. Pronti? La moglie Margaret, ogni giorno, dopo la morte del marito, è scesa in metropolitana, sedendosi alla fermata vicino casa, per ascoltare la voce dell'amato marito defunto, così da poter alleggerire il dolore della perdita, per alleviare le sofferenze del distacco, per consolare i giorni fattisi vuoti. Chissà cosa pensava, quali ricordi emergevano ascoltando la voce del marito.
Ma non finì qui. Un brutto giorno la nostra storia di fece ancora più mesta. Margaret, quel giorno, scese alla stazione come di consueto, ma si accorse che la voce del marito era stata sostituita da una digitale. Affranta, scrisse una lettera all'azienda responsabile del trasporto pubblico: una lettera di protesta per chiedere il ripristino dello staus quo. Non poteva rimanere senza la voce di Oswald.
Essi però non poterono fare molto, purtroppo la scelta della sostituzione era stata presa da tempo, ma si prodigarono per cercare di recuperare il più possibile, per venire incontro alle sofferenze della signora. Difatti fecero recapitare alla vedova un CD con tutte le registrazioni della voce del marito, proprio qualche giorno prima di Natale. Mai nessun regalo fu più apprezzato dalla vedova. Gioia e giubilo in quella festa!
Ma, per confutare la freddezza di sentimenti del popolo anglosassone, un funzionario di buon cuore si prodigò di fare un ulteriore regalo alla sig.ra Margaret: da quel momento in poi nella stazione di Embankment, la stazione vicina a casa, la voce degli annunci ritornò ad essere quella dell'amato marito, così da poter accompagnare la vedova nel rituale quotidiano del ricordo.
Ora, io non so se anche voi avete avuto il bisogno di attraversare un distacco, una mancanza, una perdita, ma vorrei farvi vedere ciò che la storia di Oswald, Margaret e la London Underground può insegnarti.
Ciò che ti può essere utile, nei momenti di passaggio, è di armarti di un “oggetto transizionale”, un feticcio magico, un mezzo per attraversare la nuova realtà senza completamente dimenticare quella precedente. E non lasciarti per vinto, magari dovrai faticare per tenerlo stretto, o magari dovrai cercarlo là dove meno te lo immagini, ma un'indizio c'è sempre: lasciati guidare dalla voce, quella interiore, l'istinto. Come ha fatto Margaret: lasciati guidare dalla voce dal sottosuolo.